Il contratto tripartito

20/04/2021 • Articoli


Nella mia esperienza il Coach che si relaziona con le Aziende ha una interessante opportunità di portare un forte contributo al benessere delle strutture.

Come si può immaginare, la relazione va impostata con stile professionale/aziendale, diversamente da quando l’interlocutore richiede il Life Coaching.

In effetti veniamo chiamati da Direttori di Area, da H.R o da Responsabili aziendali, abituati a selezionare Consulenti, Formatori ed altre figure professionali; hanno la necessità di capire se possiamo risolvere un problema e come lo faremo.

 

Ma il Coach è una figura spesso sconosciuta e/o equivocata nella sua attività.

E’ quindi fondamentale che i Responsabili dell’Azienda che richiedono un Coach, abbiano una corretta conoscenza del Coaching, rendendo così utilissimo l’intervento del professionista.

 

Il coach dovrà esplorare la loro conoscenza e le loro convinzioni relativamente al Coaching, alle credenziali (certificazioni) e alla professionalità del Coach.

La corretta presentazione di ICF, delle aree di intervento del Coaching e la chiarezza rispetto ad altri significati che vengono attribuiti alla figura del Coach, facilitano l’impostazione dell’attività.

 

L’obiettivo del percorso, che va appropriatamente formulato, deve trovare accettazione, consenso, approvazione e valore dal Coachee e dal suo Responsabile che è colui che normalmente richiede l’intervento.

In tutto questo il Coach mette in atto le competenze acquisite studiando e attraverso la pratica delle sessioni.

In effetti in tutti i colloqui il Coach usa le capacità di esplorazione e di ascolto, come altre, per far emergere eventuali motivi di equivoco, rispetto all’attività di Coaching e alle possibilità di intervento.

 

La presentazione del Codice Etico, almeno nelle sue parti essenziali, è importante sia nello stabilire i corretti comportamenti, sia nel sottolineare uno dei valori fondanti della professionalità del Coach.

I feedback finali e gli intermedi avranno la stessa chiarezza e coerenza con il Codice Etico che il Coach onora in ogni occasione durante tutta la relazione.

 

Questa chiarezza va poi trasferita nei contratti - che divido in amministrativo e di Coaching - in cui il Coach rende concreto l’insieme degli accordi, che saranno il punto di partenza e di successiva verifica dei risultati del Coachee.

 

Il mio suggerimento finale è di tenere sempre a mente che il nostro cliente è l’Azienda, anche se in cuor nostro “tifiamo” sempre per il coachee.

 

Buon lavoro! 

Anna Caggiano, PCC

Relatrice al Digital Workshop “Il Coaching in Azienda: le fasi del contratto tripartito” -

07/04/2021

Il contratto tripartito