29 Mar Un nuovo paradigma per il business e la sua durata nel mercato: la gratitudine
Se parlate nel mondo del business di gratitudine, nessuno vi prenderà sul serio.
Eppure, osservando le persone e i comportamenti con cui manifestano i loro bisogni e le scelte di acquisto che fanno, ci sono segnali che da qualche tempo muovono in me delle riflessioni profonde.
Da un’indagine sui Millennials di Deloitte (2018 Deloitte Millennial Survey: Millennials disappointed in business, unprepared for industry 4.0) emerge che:
- I Millennial e la Generazione Z chiedono alle aziende, più che ai politici, un impegno maggiore per un impatto sociale positivo
Tre quarti dei Millennial ritengono che le multinazionali abbiano il potenziale per contribuire a risolvere le sfide economiche, ambientali e sociali del mondo
I Millennial ritengono che i manager non siano consapevoli del contributo che potrebbero dare alla società con le decisioni che prendono
Si parla molto di responsabilità sociale di impresa (CSR, Corporate Social Responsibility) e, grazie alla spinta dei consumatori, le aziende che puntano a stare sul mercato in modo duraturo, capiscono l’importanza di investire in percorsi di responsabilità verso le comunità locali e l’ambiente.
Questi temi, tuttavia, portano con sé la necessità di una sincera sensibilità e di una vocazione profonda al bene comune. Chi agirà rispondendo a questi temi, per inseguire un trend con azioni di marketing e comunicazione preconfezionate, verrà penalizzato da consumatori ormai abili a riconoscere quello che è vero da quello che invece è catalogabile come greenwashing.
Le aziende e le persone che le guidano, sono molto impegnate a guadagnare la reputation sul mercato e a far emozionare il proprio cliente. E per farlo lavorano molto sul marketing e la comunicazione. Ma oggi la reputation e le emozioni rischiano di non bastare più.
Fino a qualche tempo fa il cliente cercava qualità e convenienza in un prodotto o in un servizio da acquistare. Poi questa è diventata una condizione data per assodata e l’attenzione si è spostata sull’esperienza, sulle emozioni che il cliente ricerca nel prodotto o nel servizio acquistato.
Oggi le cose stanno cambiando ulteriormente: i consumatori si aspettano che il loro acquisto contribuisca ad un futuro più equo sia dal punto di vista sociale che ambientale.
La sfida è più elevata, perché non parliamo più di soddisfare un bisogno primario o sociale (per citare il riferimento alla piramide di Maslow), bensì della necessità di alimentare uno scopo.
Progettare, creare e realizzare prodotti e servizi in grado di impattare positivamente sul mondo, fa sì che chi li acquista si senta grato per l’opportunità di contribuire, attraverso l’atto di acquisto, a qualcosa di più grande. È questo che farà tornare il cliente e permetterà al brand di rimanere attivo nel mercato.
Credo che oggi la nuova condizione per rimanere nel mercato sia generare gratitudine.
Il concetto di gratitudine è una nuova etica, che introduce due elementi di discontinuità rispetto al presente:
- Il paradigma temporale: i manager sono chiamati a cambiare il paradigma rispetto al quale prendono le decisioni perché, per rispondere ad uno scopo più grande, bisogna guardare a qualcosa che dura nel tempo, che sviluppa il suo valore nel tempo, che non toglie opportunità al futuro per massimizzare il presente. Per rimanere nel mercato per un tempo duraturo serve generare gratitudine, concetto opposto a quello di speculazione che ancora oggi domina la contemporaneità
- L’ampiezza degli obiettivi da tenere in considerazione: non più solo economici, ma anche ambientali e sociali. Il perimetro da considerare per il nostro agire non è più ridotto alla sola azienda, ma include anche il contesto esterno: gli effetti sul pianeta e sulla società
Solo chi è mosso da un profondo senso di gratitudine verso le persone, verso il pianeta, verso quello che esiste e c’era prima di noi, avrà la possibilità di generare un business che rimarrà nel mercato in modo duraturo.
Si tratta di risvegliare un mindset che parte dal dialogo interiore perché solo ciò che si ha dentro può modificare il mondo esterno: se non si è abituati a dire “grazie” per la magnificenza di quello che c’è intorno a sé, sarà complicato generare gratitudine attraverso i prodotti e i servizi realizzati.
Diventa quindi importante aiutare i manager a riconnettersi con il loro scopo più grande, ad allenare i comportamenti utili e a limitare o dismettere quelli disfunzionali rispetto alla nuova questione.
Citando Simon Sinek “le persone non comprano quello che fai. Comprano perché lo fai. E quello che fai dimostra semplicemente ciò in cui credi”.
Il Coaching è un processo davvero efficace per allenare comportamenti coerenti con il proprio obiettivo, per stimolare connessioni e allargare la propria visione mettendo a fuoco i perché, le motivazioni che spingono a fare impresa.
Il business quindi non è solo fatto di numeri. È sempre di più influenzato dalle emozioni che i clienti provano, dai valori rispetto ai quali le persone si sentono ispirate, dallo scopo più grande in cui ci si ritrova uniti.
Credete ancora che il concetto di gratitudine sia qualcosa di estremamente lontano dall’idea comune che si ha di business?
A cura di:
Francesca Voltarel