04 Mag Il coaching e le “convinzioni di controllo”
“The coach manages the process, the client manages the progress“, (trad. Il Coach gestisce il processo, il cliente gestisce il progresso) recita una delle regole fondamentali del Coaching.
Lo standard richiede, infatti, che il professionista ICF sia in grado di dimostrare con precisione il valore aggiunto della disciplina del Coaching, guidando il Coachee a un piano d’azione in linea con gli obiettivi e alla costruzione della propria consapevolezza, tramite l’ascolto attivo, le ricapitolazioni, i rimandi, le domande potenti, l’approfondimento dei livelli di apprendimento acquisiti, fino alla messa a terra delle intenzioni,.
Il Cliente, in tal modo viene, spronato a massimizzare il suo potenziale, sia esso professionale o personale e a migliorare il proprio “as is”.
Ma cosa accade esattamente?
Albert Bandura (psicologo canadese, naturalizzato statunitense, uno dei padri fondatori del cognitivismo sociale) introduce un concetto fondamentale: le cosiddette convinzioni di controllo, che si distinguono in:
- il controllare, cioè la regolazione effettiva di un processo,
- il controllo, cioè la possibilità di controllare e di regolare un processo qualora ciò si rendesse necessario,
- le convinzioni di controllo, cioè le rappresentazioni soggettive delle proprie capacità di esercitare un controllo.
Il costrutto mentale rappresentato dalle convinzioni di controllo è l’essenza del processo di Coaching e costituisce il prerequisito per la pianificazione, l’inizio e la regolazione delle azioni del Coachee, dirette verso specifici obiettivi. Questo è ciò che favorisce la transizione del Cliente dai buoni propositi alla concreta operatività, ed è quello che va a costituire quella parte del “concetto di sé”, capace di nutrirsi di sentimenti di autostima e di auto-efficacia.
Ma non è tutto. Le convinzioni di controllo a loro volta vengono concepite come un composto di convinzioni di contingenza e convinzioni di competenza.
Le convinzioni di contingenza riguardano la probabilità con cui, per il Cliente, una certa azione porterà a un certo risultato (le sue aspettative); le convinzioni di competenza riguardano la capacità di compiere queste azioni (conoscenze, risorse…).
Di conseguenza, credere nel proprio controllo significa per Bandura sapere di essere capaci di agire nel modo idoneo a produrre determinati effetti: questo rappresenta lo scopo ultimo di un percorso di Coaching, ovvero facilitare il Cliente nella scoperta, chiarezza e allineamento del «sé» e dei propri obiettivi, attraverso un processo di consapevolezza, di scelta, di responsabilità, di fiducia e piena autonomia.
L’effetto che si ottiene è dirompente: dal miglioramento delle prestazioni gestionali, grazie all’implementazione dell’auto-motivazione, al vivere una esperienza trasformativa con un ruolo attivo (locus of control interno), dal potenziare un livello di coscienza al pari di una lente di ingrandimento, fino allo sviluppare l’intelligenza emotiva nei confronti di sé stessi (coscienza di sé e padronanza di sé) e nei confronti degli altri (empatia e abilità sociali).
L’architrave del “progress” sta tutta qui.
A cura di:
Camilla Menescardi