21 Nov Gli adolescenti e il coaching
Quando ho concluso il mio percorso di formazione, diventando coach con credenziali ICF, mi son posta varie domande per definire il mio futuro in ambito coaching. Una in particolare mi ha fatto riflettere profondamente, dandomi un’indicazione precisa di quale avrebbe potuto essere la mia strada: cosa sarebbe successo se avessi conosciuto il coaching per esempio a 19 anni?
Dalla risposta diversi sono stati i passi realizzati per mettere il coaching a servizio dei giovani e tante sono state le soddisfazioni raggiunte fino ad oggi.
Gli adolescenti vivono un’età cruciale e determinante per il loro futuro, una fase di passaggio dall’infanzia verso l’età adulta, che li pone davanti a cambiamenti e scelte che necessitano di un atteggiamento ideale e di una profonda consapevolezza.
Cambiamento, scelte, passaggio e futuro, come dire? Parole chiave per un coach!
Il coaching può davvero essere il supporto ideale per gli adolescenti in quanto può condurli verso:
- lo sviluppo dell’autoconsapevolezza per comprendere meglio chi sono, cosa vogliono e chi vogliono essere da grandi;
- la visualizzazione ed il risveglio delle proprie potenzialità, attraverso le quali raggiungere obiettivi specifici di studio, di vita o sportivi;
- l’individuazione dei valori guida che determinano le loro scelte;
- l’accrescimento di una forte e sana autostima per poter credere nelle loro possibilità;
- la pianificazione e l’organizzazione del tempo che li aiuterà a programmare e rispettare le tappe che si sono prefissati;
- lo scardinamento di convinzioni limitanti e schemi comportamentali non funzionali;
- la scoperta della potenza della motivazione, come attivarla e mantenerla viva;
- l’allenamento dell’immaginazione e della visualizzazione, proiettate verso un futuro identificato come “realizzabile”;
- l’apprendimento di una corretta comunicazione da utilizzare in famiglia, a scuola e con i loro coetanei;
- la definizione e la gestione delle loro emozioni, per accogliere e superare quelle più scomode.
Intraprendere un percorso di coaching con un adolescente richiede sicuramente alcune accortezze e può dare grandi soddisfazioni.
Come coach, quando mi trovo in sessione con un giovane, ad esempio è molto più forte il senso di responsabilità che nutro nei suoi confronti, nonostante io sappia bene che il successo del suo percorso e il raggiungimento del suo obiettivo siano totalmente nelle sue mani.
A volte immagino i giovani come una tela più bianca di altre sulla quale la tonalità delle mie parole è bene che sia ancora più attenta e cauta.
Sono energici, informati, aperti, sensibili, impegnati e stimolano in maniera sorprendente anche la mia crescita.
Adattarmi al loro gergo é divertente oltre che fondamentale per entrare in rapporto e per non farmi associare ad altre figure già presenti nella loro vita, come l’amico, un familiare o un insegnante.
L’importanza che la famiglia e che gli amici rivestono in questa età è forte e le lotte interiori che possono emergere, anche di fronte a scelte apparentemente banali, possono essere allo stesso tempo impegnative e illuminanti per i ragazzi.
Quando il committente del percorso di coaching è un genitore – e per i clienti minorenni occorre avere l’autorizzazione di entrambi i genitori prima di intraprenderlo – gestire la triangolazione in maniera chiara sin dall’inizio è fondamentale per evitare fraintendimenti e aspettative errate: la confidenzialità resta anche in questo caso uno dei pilastri del coaching.
Pensare che l’adolescenza sia un momento di attesa che qualcosa accada o che un’illuminazione bussi alla porta, potrebbe rivelarsi una scelta poco funzionale.
E loro lo sanno come ha commentato un ragazzo che ha scelto e concluso un percorso di coaching: “Quando ho detto che avevo una Life coach personale ai miei amici sai cosa mi hanno detto? Wow TOP! Che figata!”
Vola coaching, vola!
A cura di:
Francesca Di Gioia