E tu quanto partecipi alla tua vita?

E tu quanto partecipi alla tua vita?

“La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
La libertà è partecipazione”

(G.Gaber)

Così cantava Gaber nel 1972, invitando le persone a partecipare, in quel caso alla vita politica della comunità.

In quanto membro di alcune community, tra cui quella connessa alla sfera dello sviluppo personale e del coaching, recentemente ho riflettuto sul fatto che fosse importante partecipare di più. Nel momento stesso in cui ho riflettuto sul significato pieno di questo invito a me stessa, ho realizzato che la chiave stessa del mio sviluppo personale ma anche del mio lavoro di coach si sintetizzi in questo concetto: partecipazione.

In che senso?

Relativamente al coaching fa riferimento alla mia partecipazione: alla sessione, a ciò che accade, alla vita dell’altro nel momento della condivisione, ai suoi vissuti, significati e sentimenti. Ma soprattutto fa riferimento alla sua, di partecipazione, quella del partner: tanto in sessione quanto nella sua vita, in qualità di attore protagonista.

Forse non aveva tutti i torti il controverso Signor Gaber, quando affermava che la partecipazione coincidesse con la libertà.

Partecipare vuol dire prendere parte: alla vita alla quale si appartiene, al contesto, alle relazioni nelle quali si è immersi.

Significa giocare un ruolo nelle proprie dinamiche e tanto più si partecipa attivamente e consapevolmente, tanto più il ruolo che si gioca diviene di governo ed arbitrio.

A ben pensarci è questo che facciamo nei percorsi di coaching: aiutare i nostri clienti a rendersi consapevoli a tal punto delle proprie dinamiche, della situazione, dei propri desideri e di come poterli realizzare, da determinare un immediato ed esponenziale aumento della loro partecipazione alla propria vita, dunque una crescita di libertà.

E tu, quanto partecipi alla tua vita?

Quanto spesso ti coglie il pensiero o la convinzione di subire delle situazioni, delle dinamiche, delle decisioni altrui?

Quanto spesso ti senti al contrario pienamente in controllo?

Divenire consapevoli delle proprie caratteristiche, di quelle dello specifico momento, dei propri scopi, analizzare ciò che è effettivamente sotto la propria sfera di controllo e ciò che non lo è, quali risorse si abbiano per affrontare una data situazione e quali possibili ostacoli si incontreranno, può davvero impattare la propria capacità di abitare le relazioni e le esperienze, guidandole nella direzione in cui si vuole, appunto partecipando consapevolmente.

Agire una partecipazione consapevole significa divenire ancora più capaci di guidare i propri comportamenti, le proprie decisioni, tenendo conto in primis di sè stessi e delle proprie esigenze, ma anche di quelle del contesto. Chi invece non avesse ancora avuto la fortuna di sapersi sperimentare in una partecipazione guidata e consapevole, può apprenderlo!

È infatti possibile (ri)prendere il controllo reale della propria vita, delle proprie relazioni, analizzando il contesto e le proprie modalità di relazione con esso. Riflettendo sulle proprie caratteristiche, schemi fissi, abitudini e convinzioni è possibile costruirne di nuove, più rispettose della persona che si è diventati oggi e delle proprie esigenze, senza per questo rinnegare quanto compreso e vissuto fin qui.

Partecipare consapevolmente significa, quindi, rinunciare a voler controllare tutto, accogliere la realtà per ciò che è senza volerla ostinatamente combattere, ma anche accorgersi che moltissimo è sotto il nostro controllo, indubbiamente tutto ciò che può determinare o meno la nostra felicità.

Questo obiettivo è raggiungibile, basta solo guardare alla propria reale situazione e decidere di muovere il primo passo.

E tu, quanto partecipi consapevolmente alla tua vita?

A cura di:
Monica Paliaga, PCC