Cosa rende un “Emotional Intelligence Master Coach” tale?

Cosa rende un “Emotional Intelligence Master Coach” tale?

E’ la domanda che quattro PCC Coach del team Six Seconds Italia si sono posti, forse per la prima volta e con tale profondità, dopo aver colto la straordinaria opportunità di frequentare il corso pilota “Level 3” di Six Seconds, per ambire alla Mastery ICF, facilitati da una squadra internazionale e multiculturale di MCC capitanata dal CEO di Six Seconds Joshua Freedman, esperto mondiale di intelligenza emotiva.

“Nonostante gli anni trascorsi in Six Seconds, in cui abbiamo avuto tante volte il privilegio di allenarci e confrontarci insieme, siamo stati condotti in un “posto nuovo”, quel terzo spazio dell’empatia dove non solo le nostre menti e i nostri cuori, ma i nostri corpi si sono incontrati “to coach and to be coached”. In questo spazio, ci siamo messi alla prova uscendo anche di svariati passi dalla nostra zona di comfort, nella sicurezza di trovarci però in un luogo sicuro e all’interno di una esperienza eccezionale che ci avrebbe, inevitabilmente, cambiati e fatti crescere, umanamente e professionalmente” (Ilaria).

“Che l’intelligenza emotiva fosse una chiave fondamentale per ogni coach, da allenare e far allenare, era già noto a tutti noi e sperimentato da anni. L’Intelligenza Emotiva è un set di competenze sempre più strategico nei tempi caotici e sfidanti che stiamo vivendo dove gli scenari in cui ci muoviamo sono in rapida e continua evoluzione. Anche nella professione di Coach, una gestione più abile dei sentimenti può fare la differenza. Molto spesso nell’andare in profondità emergono emozioni sfidanti e il saperle notare e gestire con efficacia non sempre è semplice. Di fronte ad un cliente che manifesta emozioni spiacevoli ad alta intensità, il Coach meno esperto
potrebbe essere tentato di consolare oppure di lasciar sfogare l’emozione per poi riprendere il flusso, uscendo da quel momento di imbarazzo visto come un ostacolo da superare per riprendere lo scorrere della “normale sessione”.

Quando invece la presenza del Coach, solida e al contempo empatica, si fa “sentire” durante questi momenti, si crea uno spazio di maggiore intimità e fiducia dove si può generare l’opportunità di esplorare, di osservare da vicino grovigli di emozioni fino a quel momento inconsapevoli o inconfessati, in modo da capire come approcciarli. Il Coach, che accompagna nell’esplorazione di questi sentimenti, mette in primo luogo in campo la sua stessa intelligenza emotiva, riconoscendo che le emozioni possono celare informazioni molto utili; riesce a “navigare” il momento rendendolo un’opportunità di esplorazione e scoperta per il Cliente, creando
il campo fertile per nuove possibili azioni e soluzioni. L’Intelligenza emotiva diventa allora un momento di connessione tra il Coach e il Cliente, diventa un terreno che offre frutti e supporto per gestirne la sfida e la complessità facendo leva su ciò che tutti noi, in uno scenario in continua evoluzione, possiamo davvero cambiare: il nostro mondo interiore” (Manuel).

“La potenza di tutto ciò che avevamo già vissuto in anni di esperienza come Coach praticanti di intelligenza emotiva si è letteralmente sprigionata, avvertendola con tutti i nostri sensi. Quando ci siamo trovati a sperimentare il Coaching ad alto livello, vivendolo o supervisionandolo, in una lingua non nostra, affidarsi alle emozioni e al nostro sentire è diventato il canale privilegiato di connessione e trasformazione assieme ai nostri Coachee, arrivando a scoprire che la parola è solo uno dei tanti strumenti a nostra disposizione, a volte nemmeno quello principale. Sono arrivata al corso con un certo timore per la difficoltà della lingua, tuttavia, ne sono uscita arricchita, orgogliosa e più centrata sul sentire. Ho sviluppato una maggiore capacità di sintonizzarmi con le emozioni del mio Cliente, per farle emergere e supportarlo nell’utilizzarle come risorse per fare un passo avanti e individuare ciò che è davvero importante per sé. Credo che da
un lato si possa davvero parlare di “spazio” (per le emozioni, le nostre reazioni, le nostre convinzioni) e dall’altro di purpose, del significato profondo delle cose e della possibilità di trasformare ciò che non sentiamo più in linea con le persone che vogliamo essere. Non avevo a disposizione un vocabolario ampio di parole in inglese e, dopo una prima naturale resistenza, mi sono affidata alla mia capacità di connettermi con gli altri, di ascoltare e fare spazio a un’introspezione profonda. Utilizzare queste competenze emotive, riconoscere il valore di ciò che sente il nostro interlocutore, rispettarne i tempi, l’emozione provata, ha fatto la differenza” (Alessandra).

“Quello che abbiamo riscoperto è che il segreto è la pratica continua, ma sempre con il cappello del principiante che non è mai arrivato, che è sempre disposto a scoprire e mettersi in gioco, che non ha nulla da insegnare ma tanto da co-costruire nel confronto. Per diventare un EQ Coach, o
meglio un Master EQ Coach, la teoria da sola non basta: non solo è necessario studiare e apprendere le competenze socio-emotive, è fondamentale allenarsi ogni giorno nel praticarle, andando in profondità fino ad incarnarle. Prima di tutto, il Coach lavora su sé stesso e sulla sua centratura, che va oltre l’interazione con il Cliente, fuori e dentro una sessione. In questo modo, l’EQ Coach rafforza il proprio Coaching Mindset: acquisisce consapevolezza di sé e dei propri schemi mentali, accoglie le proprie emozioni e le usa come energia e saggezza, e questo ha un effetto sia sulla qualità della sua presenza che sull’ascolto attivo” (Cristiana).

Analizzando i risultati emersi dallo State of the Heart 2024, il più grande e ricorrente studio internazionale che Six Seconds realizza per monitorare l’andamento delle competenze socio emotive nel mondo, emerge che stiamo vivendo una vera e propria recessione emotiva, dovuta a tanti fattori: la difficoltà di navigare le proprie emozioni, di comprenderne la funzione propulsiva, di fare spazio a un’energia che permette di trasformare effettivamente le situazioni. E allora quale migliore occasione per noi Coach, se non ora, di allenare e sviluppare le competenze emotive, ed esserne sempre più un role model in ogni occasione di vita e lavoro?

A cura di:
Six Seconds, Sponsor alla Conferenza Nazionale 2024
Manuel Caviglia, Ilaria Iseppato, Cristiana Melis, Alessandra Zoppi