L’Università della Calabria apre le porte al Coaching

L’Università della Calabria apre le porte al Coaching

Coaching ed Ingegneria: un binomio d’eccellenza.

Lo scorso 31 maggio la facoltà di Ingegneria Gestionale dell’Università della Calabria ha ospitato i coach del Cluster Campania, Puglia, Basilicata e Calabria di ICF Italia allo scopo di creare un momento di confronto con i giovani studenti in fase di conclusione del percorso di studi triennale.

La chiusura di un ciclo universitario è un momento delicato, fatto di bilanci e di proiezioni verso il futuro. Quale periodo migliore per proporre a giovani ragazze e ragazzi un supporto di coach esperti? In un momento in cui si devono compiere grandi scelte, non solo scolastiche e professionali, l’idea di donare agli studenti degli strumenti per acquisire una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie abilità, valori, talenti ha spinto i coach campani, pugliesi, lucani e calabresi a voler organizzare questo “spazio diadico”, puntando molto sul network territoriale. Il Coaching è stato proposto come un percorso di empowerment, il cui obiettivo è stato
quello di ampliare il ventaglio di opportunità percepito da ogni studente.

“Ci siamo trovati di fronte a d una gioventù animata da grandi passioni, interessi e voglia di cambiare il mondo, mettendo a disposizione degli altri quanto appreso durante il percorso di studi” – hanno commentato Silvia Lepore e Michaela Paese, organizzatrici dell’evento.

Trattandosi di ingegneri, si è voluto far leva sulla loro naturale curiosità verso il concetto del “funzionare”. La domanda “Come funzionano le persone?” certamente non ha un gran senso perché le persone non funzionano, le persone “sono”. Quindi si è passati ad un livello superiore e ad una domanda più provocatoria: “Chi sono io?”.

Sono uno studente” è stata la prima spontanea risposta, la quale poi, attraverso un confronto ricco di spunti e di riflessioni, è diventata “Sono mente, anima e corpo, con i miei desideri, i miei valori, la mia identità”. Un passaggio non da poco.

C’è chi ha manifestato l’ambizione di “creare qualcosa di mio” o di “fare una scalata sistematica”, chi invece ha condiviso il sogno di “innovare per il benessere nel mondo” e chi ha parlato di “esplorare per crescere”, in un percorso continuo di scoperta fatto di nuove prospettive ed emozioni.

“Anche per noi è stato un momento di crescita. Come Coach siamo da sempre affascinati da quello che le giovani generazioni ci raccontano poiché ci aiutano a “vedere” con i loro occhi e dalla loro prospettiva” – ha sottolineato Silvia. – “Si tratta di un format fortemente voluto dal nostro territorio, che ha richiesto tanto impegno e dedizione massima, che ha avuto risultati straordinari e che abbiamo in progetto di replicare in altre università.”

Il poeta Pindaro salutava i propri discepoli con l’invito “Diventa ciò che sei”. Ma per diventarlo davvero bisogna esplorare tutto il proprio potenziale, quello già espresso e quello che ancora non abbiamo riconosciuto. Per comprendere meglio un concetto simile ci viene in aiuto la fisica. Il potenziale elettrico, in fisica appunto, è definito come la quantità di energia necessaria per spostare un’unità di carica elettrica da uno specifico punto ad un altro, all’interno di un determinato campo elettrico. E questo gli ingegneri lo sanno bene. Nella metafora proposta la “carica elettrica
è la persona (al centro), il punto di partenza è la situazione in cui si trova oggi l’individuo e il punto di arrivo è la meta ambita. Allo stesso tempo per conoscerne le coordinate bisogna esplorare le proprie possibilità. Come Grazie a immagini evocative e domande potenti. Tali strumenti hanno condotto gli studenti alla scoperta del proprio potenziale per poterlo sbloccare e quindi mettere in moto l’energia necessaria per realizzare i propri desideri.

Se da un lato in questa giovane platea è stata percepita incertezza verso il futuro e verso le opportunità di lavoro, dall’altro è prepotentemente emerso come questi ragazzi e queste ragazze si stiano attrezzando per affrontare tale incertezza, mettendo sul campo una grande voglia di cimentarsi in diversi ambiti, di conoscere luoghi e culture diverse, di provare nuove strade, di non
fermarsi davanti alla prima porta chiusa.

Certi delle sfide che dovranno affrontare, hanno mostrato grinta, determinazione e autostima, rafforzata dalla consapevolezza emersa durante il lavoro svolto insieme che si è focalizzato sulle leve personali e di contesto.

Conoscersi più a fondo in questa fase della vita risulta determinante per prendere decisioni informate e allineate con i propri valori, desideri e ambizioni così da avere una vita più autentica e soddisfacente. Ed è con questo augurio che ringraziamo la facoltà di Ingegneria Gestionale dell’Università della Calabria per averci ospitati, in particolare la professoressa Giusy Ambrogio, che ha contribuito in questi anni a forgiare queste giovani e favolose menti…” – ha concluso la Local Ambassador ‘Capubaca’ Silvia.